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La calla è un fiore che si distingue per il suo portamento fiero ed elegante. Celebrata dalla poesia, dal cinema e dall'arte per la sua capacità di esprimere candore e purezza, è spesso protagonista dei decori floreali dei matrimoni.
Una leggenda mitologica greca racconta che la prima calla nacque dalle gocce del latte materno, cadute dal seno della dea Hera sulla terra. Secondo un'altra storia invece una dea romana gelosa della bellezza del fiore creo il particolare spadice.
Il nome originale è Zantedeschia aethiopica, una pianta sempreverde di origine sudafricana, che si presenta con un grande rizoma oblungo, con foglie basali verdi sagittate, un fiore bianco o sfumato di diversi colori, a forma di imbuto ed un caratteristico spadice giallino eretto. Fiorisce in primavera, i suoi bulbi devono essere piantati in autunno, tra settembre e dicembre. Vanno interrati in profondità tra i 15 ed i 20 cm, distanti almeno 30 cm gli uni dagli altri, in terreni soleggiati. La cura della calla non richiede molte cure, basta mantenere la terra umida, innaffiandola spesso, soprattutto d'estate. Le foglie devono essere rimosse solo quando diventano gialle, non prima perché sono fondamentali per il nutrimento del fiore. Si adattano ai climi miti, come quello mediterraneo e temono il gelo.
Nel linguaggio dei fiori la calla esprime purezza d'animo, bellezza ed eleganza. Di colore bianca è associata alla verginità della sposa, per questo motivo è utilizzata per il bouquet e gli addobbi matrimoniali, per augurare un felice inizio di vita a due. Esistono anche calle di colore rosa legate alla femminilità, gialle o arancioni che indicano semplicità, rosse simbolo di ardore e passione e viola, che assume un significato di tristezza e malinconia.
Alcune piccole curiosità: nei tatuaggi la calla viene disegnati insiemi agli steli per indicare femminilità e grazia. Mentre sognare una calla ha un significato positivo, indica la fine di un rapporto ed un nuovo inizio. Infine nelle tradizioni popolari è associata alla virilità maschile, data la sua forma fallica.